Le 398 meravigliose maestre de l’Aquila
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- October 4, 2014
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Quando i bambini più disagiati presenti al laboratorio della Villa Comunale hanno iniziato a prendere a calci il cartone che sarebbe servito per la costruzione della casa, non stavano opponendosi a una richiesta ma stavano semplicemente esprimendo la loro incapacità a vivere quella esperienza.
Il rischio che si può correre con i bambini, quando non si è pronti ad affrontare il contenuto emotivo delle esperienze, è quello di sdrammatizzare negando la gravità della situazione e impedendo qualsiasi tipo di elaborazione.
Le insegnanti rappresentavano per i bambini l’unico punto di riferimento in una realtà che aveva perso tutti i suoi parametri spaziali e temporali e garantivano, in tal senso, la continuità necessaria a ogni processo di crescita. È dunque al senso materno insito nel ruolo della maestra che abbiamo affidato gli strumenti per avvicinare il mondo affettivo dei bambini ed è alla loro professionalità che abbiamo consegnato le tecniche per rendere operativo il lavoro nelle classi.
Perché tutto questo fosse possibile era, però, indispensabile che le insegnanti fossero accolte e sostenute nei loro vissuti personali affinché affrontassero i bambini senza aggiungere il loro sovraccarico di emozioni o senza negarle difensivamente impedendo così anche ai bambini di avere accesso al loro mondo interno.
Le insegnanti, quindi, hanno riproposto ai bambini i temi e le esperienze che loro stesse avevano vissuto in prima persona e hanno fatto propri i suggerimenti e le modalità operative che tanto erano state discusse insieme.
Conferire, dunque, dignità al cartone che i bambini prendevano a calci, considerandolo un oggetto prezioso per l’espressione dei loro sentimenti, è stato il primo passo per rompere l’ossessività di atti senza scopo e collocare quel materiale fra gli oggetti del mondo esterno. Questo è stato sicuramente l’aspetto più importante da condividere con le maestre, rendendole partecipi dei passaggi obbligatori nel processo di crescita, per trasformare un atto in un’azione consapevole e le parole in una narrazione di senso.
Federico Bianchi di Castelbianco, psicologo, psicoterapeuta dell’età evolutiva, direttore e responsabile del Servizio di Diagnosi e Valutazione dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma, docente presso la Scuola di specializzazione in Psicoterapia dell’IdO, è promotore di numerosi progetti e ricerche tra cui, recentemente svolto, il progetto pilota di Sostegno Psicologico presso le scuole elementari e superiori de L’Aquila denominato «La scuola aquilana continuerà a volare». Promotore di iniziative per gli adolescenti, tra cui il portale www.diregiovani.it e l’evento annuale «Diregiovanidirefuturo – Festival delle Giovani Idee»; autore e coautore di numerose pubblicazioni dedicate all’infanzia e all’adolescenza, fondatore e direttore della rivista «Babele», è direttore scientifico delle Edizioni Magi.
Magda Di Renzo, psicologa, analista junghiana, didatta del cipa (Centro Italiano di Psicologia Analitica) e membro dell’iaap (International Association of Analytical Psychology), Direttrice della Scuola quadriennale di specializzazione in Psicoterapia dell’Età Evolutiva a indirizzo psicodinamico dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma, è responsabile del Servizio di Psicoterapia dell’Età Evolutiva dell’IdO; ha promosso numerose ricerche nell’ambito delle patologie infantili e adolescenziali, tra cui il progetto «Tartaruga» per i bambini affetti da autismo. Docente presso diverse scuole di specializzazione in psicoterapia, tra cui quella dell’IdO, del cipa di Roma, dell’ipod di Roma e del formist di Cagliari. Autrice e co-autrice di numerose pubblicazioni inerenti i temi dell’infanzia e dell’adolescenza.
Scritti di: Federico Bianchi di Castelbianco, Magda Di Renzo, Renata Biserni, Enrico David Santori, Anna Di Quirico, Karen Francesca Cicolini, Marianna Stinà, Luigi Gileno, Eliana Tisci, Alessandro Crisi, Marco Cacioppo, Adriano Schimmenti, Stefano Ciulla.
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